Adolescenti: iniziamo a capirli dal cervello
I genitori dei ragazzi adolescenti spesso possono sentirsi come sulle montagne russe. Il passaggio dall’infanzia all’età adulta può costituire la fase più critica dello sviluppo. Possono essere presenti dubbi, incertezze e fluttuazioni emotive improvvise. È per questo che un giorno il proprio figlio può apparire come il bambino che si conosceva bene, e in altri giorni, sarà difficile riconoscerlo o approvare le sue scelte. Gli adolescenti sono impegnati in quel difficile processo che conduce alla formazione dell’identità e alla separazione dalle figure genitoriali. Nel processo di formazione dell’identità, sono presenti domande del tipo:
- Chi sono io?
- Chi sono i miei modelli?
- Che cosa voglio essere quando sarò grande?
Porsi domande sulla propria identità è un processo mentale difficile e complesso, accompagnato a volte da un senso di turbamento e di vuoto.
I genitori si chiedono da che cosa dipenda “l’instabilità emotiva dei propri figli”. Gli ultimi studi sul cervello degli adolescenti ci aiutano a comprendere la situazione permettendoci di dare una spiegazione scientifica ai “turbamenti”adolescenziali”. Gli scienziati della Cornell University (USA) in un recente studio, hanno descritto la ragione per cui gli adolescenti sono impulsivi e meno consapevoli dei rischi che spesso corrono con i loro comportamenti. Nei loro studi , hanno dimostrato che nei giovani la regione della corteccia prefrontale è ancora in formazione. Tale area del cervello è strettamente legata al processo decisionale, cioè, è l’area del cervello che ci fa pensare prima di agire. Sara Jane Blakemore professore di Neuroscienze Cognitive all’istituto di Neuroscienze Cognitive dell’ University College di Londra https://en.wikipedia.org/wiki/Sarah-Jayne_Blakemore, ha studiato a fondo il cervello degli adolescenti https://www.ted.com/talks/sarah_jayne_blakemore_the_mysterious_workings_of_the_adolescent_brain?language=it. Secondo gli studi condotti dalla Blakemore l’idea che il cervello termini il suo sviluppo nell’età infantile era completamente sbagliata. Il cervello cresce e cambia continuamente, solo circa l’80% è sviluppato negli adolescenti. La parte più grande, la corteccia, è divisa in lobi che maturano dalle regioni posteriori a quelle frontali. L’ultima sezione a svilupparsi è appunto il lobo frontale, responsabile di processi cognitivi come il ragionamento, la pianificazione e il giudizio. Normalmente questa funzione mentale raggiunge il suo pieno sviluppo tra i 25 e i 30 anni. Questo lascia gli adolescenti facilmente influenzati dal loro ambiente e più inclini a comportamenti impulsivi, anche senza l’impatto degli ormoni e le eventuali predisposizioni genetiche o familiari (Jensen e Urion) http://blog.neurogistics.com/index.php/the-adolescent-brain-they-are-not-little-adults/#more-183 Le loro decisioni possono essere dunque maggiormente influenzate dalle emozioni, dal momento che i loro cervelli hanno più fiducia nel sistema limbico (la sede emozionale del cervello) che nella corteccia prefrontale, più razionale, dice Feinstein. Proprio come quando si tratta di capricci prima infanzia, i genitori devono ricordare che il comportamento degli adolescenti “non è un affronto personale”, consiglia Johnson.
In base alla fase del loro sviluppo del cervello, gli adolescenti hanno maggiori probabilità:
- ad agire d’impulso
- interpretare in maniera distorta segnali sociali e le emozioni
- essere coinvolti in scontri
- incorrere in comportamenti pericolosi o rischiosi
Gli adolescenti hanno inoltre meno probabilità di:
- pensare prima di agire
- fermarsi a considerare le possibili conseguenze delle loro azioni
- modificare i propri comportamenti pericolosi o inappropriati
Cosa possono fare i genitori?
La presenza di queste differenze a livello cerebrale non significa che i giovani non possano prendere decisioni adeguate o non comprendano la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Inoltre non significa che essi non devono essere ritenuti responsabili delle loro azioni. Ma la consapevolezza di queste differenze può aiutare i genitori e gli insegnanti, a comprendere, anticipare e gestire il comportamento degli adolescenti. Ecco alcuni suggerimenti per favorire il buon comportamento e rafforzare le connessioni cerebrali positive:
- Lasciate che i ragazzi corrano dei piccoli rischi. Nuove e diverse esperienze aiutano gli adolescenti a sviluppare un’identità indipendente.
- Aiutate i ragazzi e le ragazze a trovare nuovi sbocchi creativi ed espressivi per i propri sentimenti. Per molti adolescenti lo sport, la musica, la scrittura e altre forme d’arte possono essere buoni punti di partenza per incanalare le proprie emozioni.
- Comunicare passo dopo passo con i ragazzi. Aiutateli a pianificare diverse possibili linee d’azione tra le quali può scegliere. Incoraggiare il bambino a valutare le conseguenze positive o negative
- Utilizzare le routine di famiglia per dare all’adolescente una struttura di riferimento salda. Fornite dei confini, e le opportunità per negoziare tali confini. I giovani hanno bisogno di orientamento dai loro genitori e altri adulti in generale.
- Rimanete sempre in contatto con vostro figlio. Contrariamente da quanto si potrebbe credere, gli adolescenti, anche se a volte non lo dimostrano, hanno ancora bisogno dei propri genitori.
Dott.ssa Chiara Scurati Psicologa – Psicoterapeuta
I Professionisti del Centro Ieled offrono percorsi mirati di supporto per il bambino, gli adolescenti, per le famiglie e per le scuole.
Per chi fosse interessato, è possibile contattare il Centro via email all’indirizzo info@ieledmeda.it o chiamando il numero 327 4526668.