Si parla tanto di dislessia, ma di cosa si tratta, nella pratica? Iniziamo a dire che la dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento che riguarda la lettura; ma, prima di entrare nel merito scientifico, vediamo la testimonianza di una famiglia che l’ha affrontata.
“I genitori di Marco non riescono a spiegarsi come mai, alla fine della seconda elementare, il loro bambino legga ancora in modo così lento e faticoso. Come mai sbaglia le parole al punto tale che ciò che legge pare quasi incomprensibile? Perché capita sempre più spesso che confonda le letterine, tra cui m/n o b/d?
Non si riescono a spiegare il suo rifiuto a leggere e lo sforzo che compie quando è costretto a farlo. Eppure Marco è un bambino tranquillo e solare, che non ha mai destato preoccupazioni. Il vero timore di mamma e papà è quello di sentirsi dire che sia poco intelligente è che la scuola proprio non sia fatta per lui.
Marco legge compiendo molti errori ed incertezze. Il suo atteggiamento di fronte a un testo scritto è indicativo delle sue fatiche, chiedendo spesso se deve proprio leggere tutto, mettendo in atto il tutto e per tutto per evitarlo.
All’inizio della quarta elementare i suoi genitori, con timori e preoccupazione, accettano – accompagnati in questo passo anche dalle insegnanti di classe – che Marco venga sottoposto alle prove di valutazione per la lettura, comprendendo così pienamente la vera natura delle sue difficoltà. Sarà questo il punto di partenza per permettere a Marco, accompagnato e supportato dai suoi genitori, di intraprendere un percorso di recupero della lettura che gli permetterà di affrontare i suoi scogli in modo più sereno e consapevole.”
Che cos’è la dislessia?
Rispetto a qualche anno fa, quando in Italia la dislessia era ancora poco conosciuta, oggi è un disturbo che risulta al centro di numerose attenzioni giungendo a stimare che ci sia almeno un alunno con un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) in ogni classe, ossia un bambino che ha difficoltà nella lettura e scrittura o nel calcolo.
Imparare a leggere è un processo lungo e graduale.
Quando i bambini imparano a leggere nella scuola primaria facilmente fanno errori, iniziano a leggere una sillaba alla volta e, in un secondo momento, uniscono più sillabe per formare una parola e, in ultimo, più parole per formare una frase.
Lentamente il meccanismo dei processi di lettura diventano automatici, dopo lunghi sforzi e molto esercizio.
Può capitare in alcuni casi, tuttavia, che in terza elementare il bambino legga lentamente facendo molti errori nel riconoscimento delle lettere: questa difficoltà porta il bambino ad imparare più lentamente.
Man mano che il tempo trascorre, le difficoltà e la fatica aumentano e il bambino sperimenta numerosi insuccessi. Si sente inadeguato anche quando i genitori e gli insegnanti fanno interventi positivi.
A casa e a scuola si fanno strada molte convinzioni erronee sulle difficoltà del bambino: è un bambino con scarse capacità, è pigro e non si impegna oppure non è seguito dai genitori oppure il metodo di insegnamento non è adeguato.
Le difficoltà di lettura portano ad imparare poco e con scarsi risultati: l’adulto, genitore o insegnante, può irritarsi e sentirsi frustrato interpretando le difficoltà del bambino come mancanza di impegno o come rifiuto dell’aiuto che gli si offre.
Il bambino, dal canto suo, percepisce che le sue difficoltà non sono riconosciute ed inizia ad evitare le situazioni che le possono causare, come i compiti, e inizia ad essere scontroso, distratto e, in classe, agitato e troppo vivace. Si è creato un vero e proprio circolo vizioso.
Il genitore, preso dallo sconforto e da irritazione non sa come fare per aiutare il proprio figlio: a casa sembra impossibile seguirlo per i compiti perché scappa, non sta attento e fa tanta fatica; anche a scuola non si vedono miglioramenti.
Questi sono i campanelli d’allarme per iniziare a fare un’indagine sulle difficoltà del bambino:
- è pigro o fa fatica realmente?
- Non riesce a stare attento o sfugge volontariamente al compito?
In accordo con gli insegnanti, i genitori si recano dagli specialisti dell’apprendimento i quali rilevano un disturbo dell’apprendimento: la dislessia.
Per Approfondire dal Blog: “Dislessia e Matematica: quale relazione?“
Le caratteristiche della dislessia
Le caratteristiche di questo disturbo sono specifiche per la lettura: il soggetto dislessico ha difficoltà a riconoscere correttamente le lettere di una parola (la decodifica) ed avrà una lettura scorretta, lenta e “a singhiozzo” con relativi errori di comprensione.
La dislessia evolutiva viene nello specifico definita dai manuali clinico diagnostici di riferimento, come un disturbo specifico dell’automatizzazione della lettura dove il livello di lettura che il soggetto ha raggiunto (parametro di velocità e correttezza della lettura) misurato con test specifici e standardizzati, si pone sostanzialmente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, il suo livello intellettivo e tenuto conto dell’adeguatezza dell’istruzione scolastica ricevuta. (Criterio A).
Il disturbo in esame interferisce poi notevolmente e in maniera significativa con i risultati scolastici o con le attività di vita quotidiana che richiedono l’utilizzo da parte del soggetto delle sue capacità di lettura (Criterio B).
Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nella lettura vanno al di là di quelle di solito associate con esso (Criterio C).
Dagli studi fatti (classificazione di Seymour) sono emersi tre tipi di dislessia, schematicamente riassunti nella tabella sottostante:
Tipo di dislessia | Caratteristiche |
Superficiale | Lettura molto lenta;
Confusione nel significato di parole che hanno lo stesso suono ma che si scrivono in modo diverso (discriminazione di parole omofone come l’ago e lago); Sostituire, aggiungere o eliminare lettere dalle parole; Buona capacità di lettura di lettere singole, parole regolari e non-parole (parole inventate). |
Fonologica | Difficoltà di lettura delle non-parole, delle parole a bassa frequenza d’uso o di quelle irregolari;
Lettura adeguata di parole note. |
Mista | Manifestazioni non completamente ascrivibili nè alla dislessia fonologica nè a quella superficiale ma presenti in entrambe. |
Le componenti alla base della lettura
La correttezza e la rapidità nella lettura dipendono principalmente da cinque componenti che sono alla base dell’automatizzazione del processo della capacità di leggere:
- La capacità di discriminazione e di ricerca visiva (capacità di differenziare le lettere le une dalle altre in un breve intervallo di tempo);
- La memoria fonologica (capacità di mantenere, nella memoria fonologica a breve termine, una serie di sillabe fino alla loro successiva fusione per formare la parola);
- Corrispondenza grafema – fonema (assegnare a ciascun grafema, la lettera scritta, il corrispondente fonema, la lettera udita);
- Automatizzazione del riconoscimento di unità sublessicali (velocità nel riconoscimento di sillabe);
- Formazione del lessico visivo (velocità nel riconoscimento di parole inserite in un contesto).
Spesso i genitori di bambini che mostrano tali difficoltà sono preoccupati, tendendo per timore a procrastinare o negare il problema riscontrato nel loro bambino.
Al contrario, è fondamentale non farsi sopraffare dal panico, rivolgendosi invece ad uno specialista che possa aiutare il bambino stesso e la sua famiglia a comprendere la natura e le cause delle sue difficoltà, giungendo a proporre il miglior percorso di intervento.
Una o più di queste capacità, se carenti, possono essere trattate con interventi mirati all’abilità compromessa.
Per Approfondire dal Blog: “Dislessia: attenzione ai prerequisiti“
Come lavorare
Al momento attuale, non c’è un unico ordine di pensiero su come trattare la dislessia.
C’è chi è per l’utilizzo di strumenti compensativi/dispensativi e chi è più “interventista”.
Al Centro Ieled proponiamo una sintesi tra le due posizioni, in quanto riteniamo che, da un parte, gli strumenti compensativi/dispensativi siano necessari per supportare l’alunno nel lavoro scolastico, dall’altra riteniamo che un lavoro di riabilitazione sia fondamentale per l’autonomia del ragazzo.
Il primo passo è fare una valutazione accurata e approfondita del bambino, da un’equipe accreditata dell’ASL.
Il Centro Ieled è un punto di riferimento per la diagnosi e il trattamento della dislessia sul territorio di Milano, Meda, Pavia e Rho
Approfondisci nel nostro blog:
campanelli d’allarme per la dislessia,
dislessia in età adulta,
I DSA e le emozioni
I professionisti dei centri Ieled costituiscono equipe accreditate ed autorizzate dall’ASL di Monza e dall’ASL di Milano per effettuare la prima certificazione diagnostica di Disturbo Specifico dell’Apprendimento.