Il lutto nel bambino: come favorire l’elaborazione della perdita di una persona cara
Cari lettori, oggi affrontiamo una tematica molto delicata: il lutto nel bambino e la sua elaborazione.
Affrontare la morte di una persona cara, infatti, è un processo complesso già per noi adulti; figuriamoci quanto lo sia per un bambino!
I motivi per cui i bambini faticano spesso, se non aiutati dai “grandi”, ad elaborare una perdita sono da ricercare, da un lato, all’interno di una fatica cognitiva, dall’altro in una fatica emotiva.
La “fatica cognitiva” consiste nel comprendere a pieno cosa significhi la morte di una persona, quella emotiva invece consiste nel gestire le forti emozioni che la perdita di una persona cara genera e che devono essere elaborate.
Lutto nei bambini: età differenti, comprensione diversa
In particolare, il bambino è in grado di cominciare a comprendere la morte come evento irreversibile solo verso i 5-6 anni.
- Tra i 3 ed i 5 anni pensano che la perdita sia un evento temporaneo e che la persona defunta tornerà.
- Tra i 7 e gli 8 anni il problema maggiore potrebbe essere quello di esprimere le proprie emozioni; pertanto è possibile riscontrare fenomeni di regressione o di aggressività agita.
- Tra gli 8 e gli 11 anni la morte è associata e spiegata attraverso le funzioni vitali (“il cuore non batte più”). Anche in questa età possono esserci delle difficoltà nella gestione delle emozioni e la comparsa di agiti aggressivi.
- Dopo gli 11 anni la morte è compresa in modo eguale ad una persona adulta.
I bambini, quindi, provano le stesse emozioni degli adulti, maggiormente amplificate dalla mancanza di comprensione di alcuni eventi o dalla loro capacità di cogliere le emozioni degli adulti di riferimento.
Per questo andrebbero incoraggiati, ad ogni età, ad esprimere liberamente le proprie emozioni: il sentirsi accolti, accettati e compresi dall’adulto è per loro fondamentale fonte di rassicurazione.
Anche i bambini hanno bisogno di affrontare il proprio dolore e non negarlo o evitarlo: una modalità per sostenere questo processo può essere invitarlo a scegliere un modo per salutare la persona cara. In altre parole coinvolgere il piccolo nella situazione spiegandogli ciò che accade è fondamentale affinché il bambino non si senta escluso e sia guidato a capire cosa sta succedendo.
Questo anche perché spesso i bambini hanno un’idea della morte distorta, dovuta la tipo di esperienza che fanno, ad esempio, attraverso la finzione cinematografica o i videogame, dove l’”eroe” nonostante sia stato fatto in mille pezzi, schiacciato o finito in un burrone, ricompare miracolosamente.
Condividere con il bambino le informazioni circa l’accaduto ci consente anche di evitare equivoci di altro tipo: il bambino infatti potrebbe sentirsi spaventato e pensare di essere lui la causa dell’accaduto; è importante quindi fargli capire che la morte è un evento che non dipende da nessuno ma fa parte della vita.
I campanelli di allarme per il lutto nel bambino
È possibile inoltre prestare attenzione ai “campanelli d’allarme”riguardo il lutto nel bambino. I bambini, infatti, non avendo ancora padronanza del linguaggio, hanno difficoltà ad esprimere verbalmente ciò che provano e utilizzano il comportamento come modalità privilegiata. Per questo possono divenire più paurosi, perdere l’appetito, avere episodi di enuresi o encopresi notturna, succhiarsi il pollice, avere difficoltà di concentrazione o manifestare delle disregolazioni emotive (es. mostrare aggressività o riso inappropriato); in altre parole, il lutto nel bambino può portarlo a esprimere stati di malessere attraverso comportamenti spesso regressivi.
Leggi anche: Si può insegnare il dolore ai bambini?
Lutto nel bambino e gioco
Anche nel gioco possono essere evidenti dei campanelli di allarme (si rimanda alla lettura dell’articolo “Quando il gioco non è gioco: come riconoscere il disagio emotivo attraverso il gioco”).
Nello specifico, si parla di gioco fantasmatico quando l’ansia e la paura impediscono al gioco di trasformarsi e liberarsi, quindi di divenire gioco.
L’intervento psicomotorio, nel caso di lutto nel bambino, pone proprio al centro le dinamiche psico-affettive. Attraverso il gioco si favorisce infatti la strutturazione di uno spazio mentale in cui i bambini possano esprimere le proprie emozioni in modo più organizzato, riuscendo così a raccontarle in modo chiaro e quindi rielaborarle senza paura.
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