Trattamento per i bambini con ADHD: il Child training
Cari genitori, oggi vorrei parlarvi di un tipo di intervento clinico particolare, il Child training, utilizzato soprattutto con i bambini con ADHD (acronimo inglese che sta per Attention Deficit Hyperactivity Disorder) o DDAI (Disturbo da Deficit dell’Attenzione con Iperattività).
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Il DDAI, nello specifico, è un disturbo dell’età evolutiva che è presente nel 5,3 % della popolazione mondiale (Polanczyk et al., 2007). I sintomi primari solitamente si identificano con la seguente triade: disattenzione, iperattività e impulsività.
Sono pertanto bimbi che spesso riportano delle fatiche nella pianificazione, nell’auto-organizzazione, nell’inibizione di risposte e difficoltà anche sul piano comportamentale (disregolazione emotiva).
Questi aspetti spesso determinano difficoltà nel contesto scolastico, nella relazione con gli altri e possono avere ripercussioni negative anche rispetto all’autostima del bambino o del ragazzo.
Le linee guida nazionali (SINPIA, 2002) indicano l’importanza di attuare un approccio multimodale per questo tipo di disturbo, un intervento cioè rivolto non solo al singolo bambino o ragazzo con ADHD, ma anche ai suoi contesti di vita (famiglia e scuola).
Il Child training, pertanto, rappresenta un intervento clinico con approccio cognitivo – comportamentale specifico per i bambini / ragazzi; è importante specificare, tuttavia, che esistono anche specifici interventi rivolti ai genitori (Parent training) e agli insegnanti (Teacher training).
Come funziona il Child training
Ma che cosa si intende per Child training? Come è strutturato questo tipo di intervento?
Il Child Training è un intervento che solitamente si rivolge al piccolo gruppo, e viene attuato con bambini e ragazzi di età solitamente compresa tra gli 8 e i 13 anni, con diagnosi di ADHD.
Questo training si basa sui principi metodologici dell’ACT (Acceptance and Commitment Therapy), uno dei più efficaci modelli di psicoterapia comportamentale.
Lo scopo del trattamento è quello di favorire il potenziamento delle abilità attentive e sociali, di ridurre gli agiti impulsivi e di aumentare i comportamenti adattivi del bambino.
Nello specifico, questo approccio clinico aiuta i bambini e i ragazzi a diventare consapevoli delle proprie esperienze interne (stati emotivi) e ad individuare quali sono i propri valori personali (cosa per me è importante, quali sono i miei obiettivi), al fine di modificare le condotte comportamentali.
Molto utilizzata in questo approccio è la pratica della mindfulness, che attraverso un uso consapevole del respiro aiuta a prendere contatto con il proprio corpo e ad orientare l’attenzione sul momento presente.
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Quindi attraverso il respiro si aiuta il bambino a fermarsi, a rallentare le proprie azioni, a focalizzare la propria attenzione sul “qui ed ora”, così da ridurre la tendenza ad agire impulsivamente.
E’ importante inoltre stimolare i ragazzi del gruppo a riflettere sui valori importanti per loro, così da aiutarli ad orientare i propri agiti verso obiettivi specifici.
Gli obiettivi dell’intervento di Child Training si possono riassumere nei seguenti quattro aspetti:
- Aumentare i cosiddetti “comportamenti adattivi”, quegli agiti cioè che sono adeguati in relazione al contesto in cui ci troviamo;
- Ridurre gli atteggiamenti impulsivi;
- Potenziare le abilità attentive;
- Migliorare le abilità sociali.
I bambini con ADHD infatti, spesso faticano ad avere una buona consapevolezza dell’ambiente intorno a loro, a causa della rapidità con cui spostano il proprio focus attentivo da uno stimolo all’altro. Questo comporta una difficoltà nell’individuare quale comportamento è bene emettere in quel determinato contesto.
Sono inoltre bambini che solitamente presentano una forte reattività emotiva, che viene espressa spesso in modo molto amplificato e impulsivo, comportando conseguenze negative nell’ambito sociale.
Aiutando il bambino a diventare consapevole del momento presente, si aiuta quindi a disinnescare gli atteggiamenti impulsivi, spesso controproducenti per i ragazzi, e a favorire una scelta attiva delle proprie azioni.
Altri due aspetti sono importantissimi da considerare:
- La dimensione del gruppo: la presenza di altri bambini ha una duplice importanza, consente infatti di avere una sorta di “specchio riflesso”, di osservare cioè l’effetto che hanno determinati agiti sull’ambiente esterno; inoltre consente al ragazzo di imparare a maturare le proprie abilità sociali, grazie alla relazione con gli altri, in un contesto protetto.
- Il setting: è molto importante che l’ambiente fisico dove viene svolto il lavoro di Child training sia “pulito” da stimoli eccessivi. Deve quindi essere un ambiente in cui non ci siano elementi fonte di distrazione e in cui si aiuti il bambino o ragazzo a capire quale comportamento ci si aspetta da lui in quel determinato momento (es. se ci sono delle sedie disposte a semicerchio, sarà facile intuire che la richiesta implicita è quella di sedersi).
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