Il “tempo privilegiato” nell’ADHD
Come migliorare la relazione tra genitori e figli con ADHD … approfittando del tempo privilegiato!
Lorenzo, un bambino di 10 anni con ADHD, è molto felice dell’arrivo delle vacanze! Prima passerà qualche settimana al centro estivo vicino a casa, dove potrà correre e giocare molto più che a scuola, e poi partirà per il mare con i suoi genitori.
I genitori di Lorenzo sono contenti del periodo di ferie che si avvicina, ma contemporaneamente vivono con preoccupazione l’idea del tempo che trascorreranno in modo continuativo con il figlio: temono che il loro rapporto diventi prevalentemente negativo, caratterizzato da sgridate e punizioni perché “questo non si può fare”, “al ristorante non ci si comporta in questo modo”, “i signori della stanza accanto ti sentiranno se fai tutto questo rumore”, “signora, ci scusi, nostro figlio è un po’ vivace”, ecc….
Per ridurre questi momenti di tensione è possibile adottare una procedura poco dispendiosa in termini di tempo e impegno, ma che richiede una certa costanza e sensibilità rispetto ai desideri del bambino: approfittate del periodo di vacanza per ricercare uno spazio quotidiano di tempo privilegiato.
Cos’è il tempo privilegiato?
Prima di tutto cercate di avere le idee chiare su quali giochi prediliga vostro figlio, osservandolo e facendo alcuni tentativi. Molto spesso, invece, saranno proprio i vostri figli a proporvi le loro attività preferite.
A questo punto individuate 10 minuti della giornata, o un po’ di più, approfittando delle vacanze, per giocare insieme. Per esempio, a seconda degli interessi del bambino, potete costruire una pista di biglie sulla spiaggia, fare un partita a ping-pong, o anche guardare con lui il suo programma preferito, se questa è un’occasione per commentare e discutere insieme quello che avete visto.
È importante valutare quale sia il momento adatto per chiedere al proprio figlio di collaborare: non è il caso di interromperlo se sta giocando a calcio con i suoi amici, solo perché in quel momento siamo ben disposti noi. Sottolineiamo anche che il bambino non deve essere in alcun modo obbligato al gioco, e anche i genitori non devono vivere questa situazione come “un dovere da affrontare” ogni giorno.
Non sono i 10 minuti di gioco in sé a fare la differenza, ma la disponibilità del genitore a dedicare una parte del suo tempo per un’attività piacevole e collaborativa con il proprio figlio.
La tecnica del tempo privilegiato, che ribadiamo essere una risorsa piuttosto che un’attività specifica e strutturata, è un momento per riparare ai conflitti che sono presenti in ogni famiglia. Lo scopo è quello di alimentare una migliore qualità nel rapporto tra genitori e figli. La ripetizione nel tempo di queste attività può essere un valido mezzo a disposizione del genitore per condividere alcuni interessi del bambino, e, per quest’ultimo, per sperimentare un clima di interazione positiva.
A volte, 10 minuti di gioco piacevole e libero è più efficace di tanti tentativi autoritari e severi che vengono messi in atto per educare i nostri figli.
Una nota conclusiva, forse superflua: il tempo privilegiato è gratificante e consigliato per tutti i bambini e non dovrebbe essere limitato ai soli bambini con ADHD!
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Informazioni tratte e adattate da: Il bambino con deficit di attenzione/iperattività, Trento, Ed. Erickson,1998