La discalculia: storia e caratteristiche del disturbo
La discalculia ha una “storia” più recente rispetto agli altri disturbi specifici dell’apprendimento. Il suo primo riconoscimento ufficiale, infatti, venne dal Department for Education and Skills britannico nel 2001, che l’ha definita “una condizione che incide sulla capacità di acquisire abilità di calcolo”.
In seguito, si è cercato di pervenire ad una definizione esaustiva e condivisa del disturbo e nel nostro Paese un tentativo di risposta in questo senso è giunto dalla Consensus Conference del 2009, che ha proposto di distinguere tra due profili:
- il primo caratterizzato da compromissione dell’intelligenza numerica, con difficoltà nel subitizing, nei meccanismi di quantificazione, comparazione, seriazione, strategie di calcolo a mente;
- il secondo caratterizzato da deficit nell’acquisizione di procedure esecutive: difficoltà in lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri, e/o negli algoritmi di calcolo, nel recupero di fatti aritmetici.
All’interno di questa distinzione, sembrano esserci tipologie più frequenti, quali:
- sottotipo deficit a carico del senso del numero o della rappresentazione della quantità (Wilson e Dehaene, 2007; Butterworth, Varma, Laurillard, 2011);
- sottotipo deficit a carico della formazione e del recupero di fatti numerici e aritmetici (es. Fuchs, et al. 2010);
- sottotipo deficit a carico delle procedure di calcolo (Raghubar et al., 2009; Mammarella, Lucangeli, Cornoldi, 2010), su base visuo-spaziale e/o con interessamento delle procedure necessarie allo svolgimento dell’operazione (discalculia procedurale);
- disturbo misto, quando si evidenziano caratteristiche compatibili con sottotipi diversi.
La diagnosi di discalculia, dunque, può riguardare profili tra loro differenti, con difficoltà peculiari e diverso impatto sia in ambito didattico sia nella vita quotidiana.
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Ecco le principali tipologie di errori che un soggetto con discalculia compie nella comprensione e produzione dei numeri:
- errori lessicali: il bambino assegna al numero un’etichetta lessicale errata (ad esempio leggo 8 ma c’è scritto 3);
- errori sintattici: sono errori legati a difficoltà nel riconoscimento del valore posizionale delle cifre (ad esempio leggo “duecentocinquantasei” ma c’è scritto 20056). All’interno del sistema del calcolo si possono individuare le seguenti tipologie di errore:
- errori nel recupero di fatti aritmetici: in questi casi l’errore può essere dovuto ad errata memorizzazione (ad esempio il bambino ha memorizzato 7×8=48), oppure a confusione tra fatti additivi e moltiplicativi (ad esempio 3×3=6);
- errori nel recuperare, applicare e mantenere specifiche procedure e strategie: questi errori intervengono soprattutto nel calcolo scritto, in cui ad esempio il bambino dimentica di aggiungere il riporto, o applica il prestito in modo errato, oppure esegue la sottrazione dall’alto al basso ecc.;
- errori visuo-spaziali: questi errori possono riguardare la confusione fra segni simili (+ e x), l’incolonnamento o la direzione da seguire nello svolgimento dell’algoritmo di calcolo.
Anche il relativo trattamento dovrà tenere conto delle specifiche caratteristiche del singolo bambino con discalculia. I casi con deficit nella cognizione numerica (e in particolare nel senso del numero) sono i più resistenti al trattamento, ma in genere, comunque, una risoluzione definitiva è molto improbabile. Se dopo un trattamento ci sono dei miglioramenti significativi, che si mantengono nel tempo e con diverse aree rientrate nella norma, presumibilmente si trattava di una difficoltà e non un disturbo specifico del calcolo.
Compito dello specialista, prima di intraprendere un percorso di trattamento, è quello di analizzare e comprendere le tipologie di errori commessi dal bambino. Essendo il sistema del calcolo interdipendente rispetto a quello di comprensione e a quello di produzione dei numeri, i possibili errori devono essere analizzati con attenzione in tutti e tre i sistemi, individuandone il relativo peso.
Comprendere la natura degli errori più ricorrenti nel bambino discalculico consente non solo di impostare il trattamento in modo personalizzato, ma anche di sostenere il bambino in modo adeguato ed efficace a scuola, supportando e compensando con apposite strategie le sue reali difficoltà.
Bibliografia
Butterworth B, Yeo D (2004) Didattica per la discalculia. Erickson
Lucangeli D, Poli S, Molin A (2003) L’intelligenza numerica. Erickson
Lucangeli D (2014) Come potenziare l’intelligenza numerica. TedXCaFoscariU
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